L’imperfezione della genialità
Spesso si parla di genialità nella musica, nell’arte, nel cinema, nel teatro, nell’architettura , nella scienza, insomma, in tutti gli ambiti di espressione del genere umano. In alcuni casi il termine viene utilizzato in maniera impropria specie quando la critica è evidentemente soggettiva o dettata da un’evidente preferenza personale oppure da una sopravvalutazione del soggetto da analizzare. La genialità viene abbinata quasi sempre al concetto di perfezione, di irraggiungibilità e di originalità. Sulle ultime due definizioni non mi soffermerei perché il vero genio rimane irraggiungibile proprio per la sua originalità rispetto gli altri. Sulla perfezione avrei invece qualcosa da ridire. Certo il luogo comune descrive il genio come generatore di perfezione in ogni sua manifestazione artistica; guai a parlare di difetti, mancanze e quant’altro, che genio sarebbe altrimenti? Io ritengo, invece, che la genialità sia, per sua natura, imperfetta e questa imperfezione si manifesti nella quasi totalità delle forme espressive umane. Certo alcune eccezioni ci sono, ma sono rarissime e vanno a sfiorare quasi la metafisica, aprendo domande alle quali difficilmente si riesce a dare una vera risposta analitica. In questa breve considerazione mi limiterò a considerare l’ambito che mi è più conosciuto; quello musicale. Nella millenaria storia della musica occidentale, chi sono i geni? La risposta è abbastanza semplice per chi ha una competenza musicale specifica. Ma alcuni nomi sono diventati parte della conoscenza collettiva, anche in mancanza di tale competenza . Se si chiede a qualsiasi passante chi sia un genio della Musica, la risposta sarà certamente riconducibile ad una serie di compositori entrati, di diritto, nella globale cultura occidentale: Bach, Beethoven, Mozart, Verdi.. Queste potrebbero essere alcune delle risposte date. Sono tutti grandi compositori passati alla storia per la loro originalità, per il loro linguaggio specifico, per la loro tecnica compositiva… Ma la loro produzione musicale è veramente perfetta o presenta qualche imperfezione? Anche in questo caso se domandate a chiunque se uno di questo grandi compositori possa avere scritto una musica di scarsa qualità, la risposta sarà quasi esclusivamente negativa. A mio parere non è così. La genialità dei grandi e ricca anche di imperfezioni e, talvolta anche di bruttezza, intesa in tutti gli ambiti correlati a quanto si stia criticando. Ritornando ai nostri quattro compositori sopra citati, Beethoven, ad esempio, non aveva buona dimestichezza e gusto nello scrivere musiche per coro. Laddove si è cimentato in tale compito, il risultato è stato talvolta mediocre, in certi casi tale repertorio risulta molto ostico da cantare per i coristi e per i solisti. Anche la nona sinfonia (udite, udite!) risente di questa “mancanza”. Ma non si può certo dire che non sia una composizione geniale come, ovviamente, la quasi totalità della produzione beethoveniana. Per quanto riguarda Mozart, il genio della Musica, una parte cospicua della sua produzione musicale era musica di puro intrattenimento scritta certo con una tecnica impeccabile ed una innata facilità, ma di maniera e di certo poco geniale. Ciò nonostante nella sua produzione ci sono capolavori di inarrivabile bellezza. Ma anche in questo caso la genialità è imperfetta. Potrei fare molti altri esempi, dalle opere mancate di Verdi e Puccini, dalle musiche riciclate e sempre uguali di Vivaldi, alla vivace genialità Rossiniana, sopraffatta, nella vecchiaia del compositore, da uno snobbismo esagerato che ha devastato la qualità delle ultime sue composizioni. Insomma l’imperfezione è sempre presente anche nella genialità, probabilmente perché è pur sempre una manifestazione dell’espressione umana, imperfetta per natura. Rimangono però alcuni dubbi, quasi metafisici, appunto. Alcuni artisti, pochissimi in verità, sembrano contraddire quanto detto. Difficile infatti trovare in Bach qualcosa che non sia geniale, sia anche solo per la costruzione musicale. Stesso discorso può essere fatto per artisti di altro genere come Caravaggio, Michelangelo, Canova, Dante….. ma forse sono le eccezioni che confermano la regola, oppure la genialità è qualità assai rara e non bisognerebbe abusare nell’utilizzarla come sostantivo in qualsiasi contesto analitico.