L’inutilità dell’immenso
Secondo un recente studio di astrobiologia e di calcolo delle probabilità esisterebbero, all’interno della nostra galassia almeno altre 36 civiltà intelligenti e comunicanti. Teoria affascinante! Però, quando si pubblicano queste notizie, non si afferma mai che, in realtà, l’uomo è praticamente isolato nell’universo, a causa delle distanze immense. Si pensi che Marte è ad appena 4 minuti luce. Si calcola che queste presunte civiltà siano a distanze medie di 17000 anni luce! Tralasciando queste distanze inimmaginabili, anche nell’ipotesi che ci fosse un pianeta abitabile nel sistema stellare più vicino a noi, Proxima Centauri , a “soli” 4 anni luce di distanza, un ipotetico viaggio, con le astronavi più potenti che abbiamo oggi a disposizione, durerebbe 74000 anni!! L’unica speranza sarebbe l’eventuale scoperta di ipotetiche porte spazio-temporali che possano collegare parti remote del universo. Fino ad allora siamo completamente isolati e arriveremo al massino a distanze di pochi minuti luce dalla nostra terra, praticamente irrilevanti all’interno della nostra galassia…e di altre galassie ce ne sono miliardi. Siamo un granello di sabbia in un oceano. Se poi analizziamo questa nostra realtà dal punto di vista filosofico o teologico, a cosa serve tutto questo spazio sterminato nel quale non possiamo muoverci e nel quale rimarremo molto probabilmente sempre inesorabilmente isolati?